Alimentazione

Soia: amica o nemica della PCOS?

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Soia: amica o nemica della PCOS?

…non è immediato rispondere a questa domanda

Ci sono molti dubbi circa il consumo di soia e derivati in caso di PCOS, in quanto in letteratura sono presenti solo pochi studi e su campioni ridotti su questa relazione.

Inoltre, in merito alla soia in generale, ogni anno vengono pubblicati più di 2000 articoli, non sempre univoci, spesso condotti su animali e quindi non applicabili all’uomo e ancora più spesso che esaminano gli effetti di un solo componente, quando sappiamo che negli alimenti ci sono enormi quantità di sostanze che possono avere effetti sulla salute umana, anche in sinergia.

La soia: composizione

La soia, intesa come seme, ha un profilo nutrizionale molto diverso dagli altri legumi: contiene circa il 47% di proteine con valore biologico simile a quelle di origine animale, un 20% circa di grassi e “solo” il 30% di carboidrati, oltre a fibre e Sali minerali.
Come gli altri legumi, la soia ha alcuni antinutrienti: le lectine, che inibiscono l’attività di alcuni enzimi digestivi, e i fitati, che hanno un’azione chelante verso i minerali, cioè li rendono meno solubili e quindi più difficili da assorbire.

Il “problema” sull’adeguatezza della soia o meno nasce dalla presenza di sostanze chiamate isoflavoni.

Gli isoflavoni hanno una struttura chimica simile all’ormone estradiolo che consente loro di legarsi a entrambi i recettori degli estrogeni, quindi possono esercitare effetti simili agli estrogeni in determinate condizioni sperimentali; pertanto vengono chiamati fitoestrogeni.


I fitoestrogeni sono noti interferenti endocrini*, cioè sostanze in grado di alterare il sistema endocrino, influenzando negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che nelle specie animali.

Gli interferenti endocrini possono agire a diversi livelli:

  • simulando l’azione degli ormoni prodotti dal sistema endocrino e inducendo quindi reazioni biochimiche anomale;
  • bloccando i recettori delle cellule che riconoscono gli ormoni e impedendo la normale azione degli ormoni prodotti dal sistema endocrino;
  • interferendo sulla sintesi, sul trasporto, sul metabolismo e sull’escrezione degli ormoni naturali, alterandone così la concentrazione.

*sugli interferenti endocrini ci torneremo su con altri articoli.


Gli isoflavoni della soia, però, si legano ai recettori degli estrogeni molto più debolmente rispetto agli estrogeni stessi e si legano e attivano preferibilmente uno solo dei due recettori.
Questa differenza non è da poco in quanto i due recettori sono distribuiti diversamente nei tessuti e quando attivati possono avere effetti fisiologici diversi, nulli e talvolta anche opposti .
In letteratura infatti viene ribadito più volte che queste molecole non devono essere equiparate all’estrogeno in quanto vi sono molte differenze in termini di azione, e i potenziali effetti della soia non possono essere imputati solo agli isoflavoni.

PCOS e soia: gli studi

in merito alla PCOS gli studi si sono concentrati prevalentemente sui suoi effetti sullo stato metabolico: come ben sappiamo la sindrome dell’ovaio policistico si associa ad  un aumento del rischio metabolico con iperinsulinemia, alterata tolleranza al glucosio, alterazioni dell’assetti lipidico e aumento dello stress ossidativo;  molti studi e review hanno riportato con certezza che  la soia ha degli effetti positivi su questi aspetti e su alcune malattie croniche come patologie cardiovascolari, osteoporosi e tumori ormono- sensibili.

Inoltre, è stato visto che i fitoestrogeni possono migliorare il profilo glicemico ed insulinemico, regolando la produzione di insulina da parte del pancreas.

Nei diversi studi disponibili sono state somministrate concentrazione diverse di isoflavoni (prevalentemente da integratori e sono in uno con la dieta) in donne con la Pcos per periodi diversi a seconda dello studio (da 8 settimane a 6 mesi).

I risultati in tutti questi studi sono stati abbastanza simili: c’è stata una riduzione dei livelli di insulina, glicemia, testosterone libero (quindi riduzione dell’ipernadrogenismo), colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) e trigliceridi.
In un solo studio si è visto anche un miglioramento dell’irsutismo, ma non dell’acne.

ma…

Fin qui potrebbe sembrare che i risultati siano incoraggianti, ma ribadisco che gli studi sono piccoli e solo uno ha preso in considerazione la soia come alimento e non come integratore.
Va considerato anche un altro aspetto: la ghiandola tiroidea.
Molte donne affette da PCOS hanno anche problematiche tiroidee (conclamate e subcliniche), la soia ha un effetto ergogenico o gozzigeno, cioè sequestra lo iodio e non ne permette l’assorbimento da parte della tiroide.
Lo iodio è un componente fondamentale degli ormoni T3 e T4, pertanto se si ha già una carenza di iodio o un mal funzionamento della tiroide, il consumo frequente di soia può precipitare la situazione.
Sembrerebbero non esserci problemi se la funzionalità della ghiandola è normale e non vi è carenza di iodio.

Inoltre alcune donne con PCOS potrebbero soffrire anche di endometriosi, condizione caratterizzata da un eccesso di estrogeni e per la quale sono sconsigliati alimenti a base di soia.

Quindi, soia si o soia no?

Alla luce di queste evidenze (anche mancate!) il consiglio è quello di utilizzare la soia con moderazione, cioè un paio di porzioni a settimana (una porzione equivale a 250 ml di latte di soia, 30 g di fagioli secchi e 100 g di tofu) e prediligere altri legumi.
Anche la “forma” nella quale vengono consumate è importante: preferire soia secca, edamame, tempeh (soia fermentata) o miso evitando prodotti processati come soia texturizzata (es quella che si trova nelle cotolette di soia) e proteine isolate della soia.

Autrice: dott.ssa Natascia Dell’Agli – dietista


Bibliografia

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  • Apridonidze T et al. Prevalence and characteristics of the metabolic syndrome in women with polycystic ovary syndrome. J Clin Endocrinol Metab 2005;90:1929–35.
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  • Mehri J et al. The Effects of Soy Isoflavones on Metabolic Status of Patients With Polycystic Ovary Syndrome
  • Khani B et al. Effect of soy phytoestrogen on metabolic and hormonal disturbance of women with polycystic ovary syndrome. J Res Med Sci. 2011;16:297–302.